SOMMARIO:
INTRODUZIONE
CRONOLOGIA E CONTENUTO DELLE PRINCIPALI INTERVISTE E DELLE DICHIARAZIONI GIURATE DI WALTER G. HAUT
L’AFFIDAVIT DEL 26 DICEMBRE 2002
ESAME COMPARATIVO DELLE INTERVISTE E DICHIARAZIONI GIURATE
COMMENTO FINALE
INTRODUZIONE
Devo modificare la scaletta dei miei approfondimenti sul caso Roswell in quanto il forum del sito http://www.ufologia.net/ è un luogo d’incontro e scambio d’informazioni molto interessante. Un utente col nickname weboy ha trovato una notizia in rete che ha per contenuto il sunto di una dichiarazione giurata effettuata da Walter Haut il 26 dicembre 2002 ed inserita nel nuovo libro di Tomas J. Carey e Donald R. Schmitt dal titolo Witness to Roswell. Dopo aver tradotto in italiano il testo in questione, ed aver letto sul libro menzionato l’intera dichiarazione, approfondisco “il caso Walter Haut”, in quanto questo affidavit (dichiarazione giurata) cambia di molto le carte in tavola, perché il suo contenuto è in palese contrasto con alcune delle asserzioni rilasciate da Haut in precedenza a partire dal lontano 1979. Inoltre, Walter Haut arricchisce la sua dichiarazione con alcuni contenuti i quali, se fossero autentici, ne farebbero uno dei testimoni più importanti dell’intera “saga” di Roswell. Un importante annotazione: Haut aveva disposto che i familiari potessero disporre dell’affidavit dopo la sua morte avvenuta il 15 dicembre 2005. Questo purtroppo significa che non ci sarà mai tra lui e il mondo un contraddittorio, l’impossibilità di chiedergli perlomeno il significato di questo suo gesto. Ed è per questo che il titolo di questo approfondimento prende il nome “LA SFIDA IMPOSSIBILE DI WALTER HAUT”.
CRONOLOGIA E CONTENUTO DELLE PRINCIPALI INTERVISTE E DICHIARAZIONI GIURATE DI WALTER G. HAUT
1979, MARZO E GIUGNO
Il colonnello Blanchard gli telefonò e gli ordinò di redigere e distribuire un comunicato concernente l’avvenuto ritrovamento da parte dell’Air Force di rottami di un “disco volante”. Haut chiese a Blanchard se aveva il permesso di osservare l’oggetto. Il colonnello gli rispose che ciò era impossibile.
Tratto dal libro Der Roswell-Zwiscenfall, pag. 79, anno 1993. Titolo originale: “The Roswell incident" di Charles Berlitz e William L. Moore, 1980.
1989, MARZO E/O APRILE
I ricercatori Kevin Randle e Donald Schmitt conducono una lunga e piuttosto infruttuosa intervista con Walter Haut. Riporto le più significative parti del colloquio.Per prima cosa quest'ultimo rivolgendosi a Randle e Schmitt disse che potrebbe riassumere tutto quello che sa sul caso Roswell in una parola: “Niente”.
Randle: come sappiamo tutti Lei era l’addetto alle pubbliche relazioni della base.
Haut: si, Blanchard mi disse che Marcel aveva portato qualcosa che assomigliava ad un disco volante o a parti di esso. Faccia un comunicato stampa in cui venga riportato che il disco è stato trovato in un ranch fuori Roswell, vicino a Corona. Questo è tutto quello che le dirò in proposito, continuò Blanchard. Jesse (Marcel) lo porterà in aereo a Fort Worth. Questo è tutto quello che so. Glielo avrei potuto dire anche al telefono.
Schmitt: Jesse Marcel le hai mai raccontato del fatto?
Haut: No.
Schmitt: Aveva mai visto Mac Brazel?
Haut: No.
Schmitt: Ha mai parlato con Frank Joyce? (Nota: Frank Joyce lavorava alla stazione radio KGFL di Roswell.)
Haut: No.
Schmitt: Ha visto Marcel dopo il suo ritorno da Fort Worth?
Haut: Si, l'ho visto regolarmente. Abitava in un isolato vicino.
Randle: com’era l’atmosfera alla base dopo il ritorno di Marcel da Fort Worth?
Haut: Il fatto non era più tema di discussione. Se si diceva che era un pallone meteorologico, allora era proprio così. Riacquistammo il nostro controllo. Marcel non sapeva cosa aveva visto. Non gliel’ho mai chiesto.
Schmitt: Perché pensa che Blanchard avesse tanta fretta che fosse scritto il comunicato stampa?
Haut: … aveva un sincero interesse nel curare il rapporto tra la base aeronautica e la comunità. Se succedeva qualcosa di strano ed aveva la sensazione che la comunità dovesse essere informata dei fatti mi chiamava e diceva: “Dia fuori la notizia.”
Randle: Dopo 42 anni, ripercorrendo in prospettiva, cosa pensa che sia stato trovato allora?
Haut: Un mucchio di cose, che Jesse Marcel portò a Fort Worth. Credo che abbiano trovato veramente qualcosa e devo fidarmi di quello che Marcel mi disse. Era qualcosa che lui non aveva mai visto prima e lui credeva che non fosse di questo pianeta. Mi descrisse il materiale in questo modo: … un foglio estremamente sottile che non poteva essere bruciato, piegato o tagliato.
Schmitt: Sapeva degli sforzi intrapresi per recuperare il materiale?
Haut: No, non ne sapevo niente.
Schmitt: Non c’era nessun tipo di attività alla base che avrebbe fatto pensare …..
Haut: Niente che un normale soldato avrebbe potuto sapere. Non venne mai menzionato un incontro dello stato maggiore. Ed io presi parte a tutti gli incontri.
Schmitt: Durante gli incontri venne mai menzionato che Mac Brazel si trovava in custodia alla base? E che venne interrogato?
Haut: Di questo ne abbiamo sentito parlare. Walt Whitmore l’avrebbe praticamente rapito. (Nota: Whitmore era comproprietario della stazione radio di Roswell KGFL). L’avrebbe spostato di posto in posto. Non ero a conoscenza che potesse trovarsi alla base.
Randle: Ma lei crede che si sia trattato di una grande azione di occultamento? (Il caso Roswell in generale)
Haut: Credo si sia trattato di un grande occultamento.
Tratto dal libro Der Ufo-Absturz bei Roswell, pag. 137-140, Kevin Randle e Donald Schmitt, 1996. Titolo originale: Ufo crash at Roswell, di Kevin Randle e Donald Schmitt, 1991.
1989, PRIMAVERA INTERVISTA TELEFONICA
Randle: Ho trovato in un giornale la notizia che Lei avrebbe ricevuto 2 telefonate da Washington. Si ricorda di ciò?
Haut: No.
Randle: Un testimone dice che Lei si trovava nel primo aereo con Marcel verso Fort Worth.
Haut: Ehm … No, assolutamente no ….. Non ero in nessun caso connesso a questo fatto.
Randle: Ha incontrato in quel periodo Mac Brazel?
Haut: No.
Tratto dal libro Der Ufo-Absturz bei Roswell pag. 146-147, Kevin Randle e Donald Schmitt, 1996. Titolo originale: Ufo crash at Roswell, di Kevin Randle e Donald Schmitt, 1991.
1989, APRILE
Haut: …. Marcel portò i rottami nell’ufficio del Generale Ramey (a Fort Worth) per mostrarglieli e posò il materiale sulla scrivania. Ramey disse di voler vedere il luogo preciso del ritrovamento ed insieme andarono nella stanza delle carte geografiche. Quando tornarono nell’ufficio del Generale i pezzi portati da Marcel erano spariti. Al loro posto si trovava un pallone meteorologico sul pavimento.
Tratto dal libro Die Wahrheit über den Ufo-Absturz bei Roswell pag. 57, d Kevin Randle e Donald Schmitt, 1998. Titolo originale: The Truth about the Ufo Crash at Roswell, di Kevin Randle e Donald Schmitt 1994.
1992, SETTEMBRE/OTTOBRE
Ecco quello che Haut disse in un articolo riportato dall’ Air and Space Smithsonian magazine quando gli venne chiesto cosa secondo lui successe nel lontano 1947:
Haut: Ho la sensazione che si sia verificato un crash di un veicolo extraterrestre vicino a Corona.
Tratto dal sito Originale: Rivista Air and Space/Smithsonian magazine, Settembre/Ottobre 1992
1993, 14 MAGGIO DICHIARAZIONE GIURATA [Estratto]
Haut: Verso le 9:30 ricevetti una telefonata dal Colonnello William Blanchard, comandante della base che mi disse di avere in suo possesso un disco volante o parti di esso. Disse che l’oggetto si trovava a nord-ovest di Roswell presso un ranch e che il maggiore Jesse Marcel, ufficiale del servizio informazioni della base vola con il materiale a Fort Worth. Blanchard mi disse di scrivere un comunicato stampa e consegnarlo ai due quotidiani e alle due stazioni radio. Andai prima alla KGFL, poi alla KSWS, al Daily Record ed infine al Morning Dispatch. Il giorno dopo lessi che il Generale Roger Ramey a Fort Worth disse che l’oggetto era un pallone meteorologico. Credo che il Colonnello Blanchard vide il materiale in quanto sembrava molto convinto di che cosa si trattasse. È impossibile che l’abbia scambiato per un pallone meteorologico. E questo vale anche per il Maggiore Marcel. Nel 1980 Jesse Marcel mi disse che il materiale fotografato nell’ufficio del Generale Ramey non era quello da lui trovato. Sono convinto che il materiale trovato era di un veicolo spaziale.
Haut conferma al ricercatore Gildas Bourdais di avere chiesto a Jesse Marcel, dopo che il caso venne riaperto, se era sicuro di quello che vide allora. Marcel gli avrebbe risposto di avere recuperato materiale non terrestre.
Tratto dal libro Il caso Roswell, Pag.85, di Gildas Bourdais, 1997 Titolo originale: Sont-ils déjà là?, di Gildas Bourdais, 1995
1995, 5 LUGLIO
Johannes von Buttlar, ricercatore tedesco, intervista Walter Haut, il quale aggiunge qualche particolare su come il comunicato fu scritto: Haut venne chiamato dal comandante nel suo ufficio verso le ore 9. Blanchard gli avrebbe dettato - o gli consegnò un testo già stilato in precedenza - sull'avvenuto ritrovamento del disco. Ritornai nel mio ufficio continuò Haut e redassi il comunicato inserendo parola per parola diversi vocaboli usati da Blanchard, il quale teneva particolarmente a ciò. Verso le 11 andai alla radio KGFL e alla KGWS, infine ai giornali locali Roswell Daily Record e Roswell Morning Dispatch.
Tratto dal libro Die Ausserirdischen von Roswell, pag. 84, di Johannes Von Buttlar, 1996
INTERVISTA VIDEO
... ricevetti una telefonata dal colonnello Blanchard, il quale mi dettò non proprio le parole ma i punti salienti del ritrovamento del disco volante, del fatto che probabilmente erano in possesso di alcune parti dello scafo, chi era andato a vedere e cosa ne sarebbe stato fatto. Scrissi il comunicato stampa in base a quello che Blanchard mi aveva detto al telefono.
Tratto dal video Sono tra noi, Columbia Tristar, 1991
1997, 23 APRILE
Viene riportato che Haut durante una trasmissione della FOX-TV avrebbe ridimensionato improvvisamente il presunto ritrovamento di un disco volante affermando che si sarebbe trattato di un pallone meteorologico. Nota: sembra che in seguito alle dichiarazioni su FOX-TV Haut abbia abbandonato anche il ruolo di Presidente dell’ International UFO Museum and Research Center di Roswell.
1997, 26 GIUGNO
Sul Mercury News di San Jose il giornalista Mark Leibovich scrive un articolo su Roswell e menziona Walter Haut, il quale gli avrebbe detto di sentirsi vittima di un “folclore cosmico”. Haut avrebbe aggiunto di venire disturbato giorno e notte da persone di ogni parte del mondo che sarebbero ossessionati dall’idea della vita extraterrestre.
Tratti dal libro: 50 Jahre Roswell Ein Mythos stürzt ab, Pag. 87-89, di Uli Thieme, 1997
2002, 26 DICEMBRE DICHIARAZIONE GIURATA SIGILLATA DI WALTER HAUT
Data: 26 Dicembre 2002
Testimone: Chris Xxxxx
Notaio: Beverlee Morgan
1) Il mio nome è Walter G. Haut.
2) Sono nato il 2 Giugno 1922.
3) Il mio indirizzo è 1405 W.7th Street , Roswell,NM 88203.
4) Sono in pensione.
5) Nel luglio 1947 ero stazionato alla Roswell Army Air Base a Roswell , New Mexico , come addetto all’ufficio pubbliche informazioni. Ho trascorso il 4 Luglio e il successivo fine settimana( il Sabato 5 e la Domenica 6) nella mia residenza privata a circa 10 miglia a nord della base la quale era situata a sud della città.
6) Sono stato informato che qualcuno aveva portato alla base a metà mattina dopo il mio ritorno da un impegno il lunedì 7 Luglio i rottami di un veicolo precipitato .Sono stato informato che il Maggiore Jesse A. Marcel. capo dell’intelligence , era stato inviato dal comandante della base Col. William Blanchard , a investigare.
7) Lo stesso giorno verso il tardo pomeriggio ho potuto apprendere che alcuni civili avevano riferito di un secondo sito appena a nord di Roswell.Ho trascorso la maggior parte della giornata svolgendo il mio lavoro abituale sentendo poco o niente di più al riguardo.
8) La mattina dell’8 Luglio alle 7:30 ho assistito al regolare incontro del personale: oltre a Blanchard e Marcel il Capitano del CIC Sheridan Cavitt; il Colonnello James I. Hopkins ufficiale delle operazioni; il Maggiore Patrick Saunders , aiutante della base; il Maggiore Isadore Brown ufficiale del personale; il Colonnello Ulysses S .Nero, l’ addetto agli approvvigionamenti, e da Carswell AAF a Fort Worth, Texas, erano anche presenti il capo di Blanchard, Il generale di brigata Roger Ramey e il capo di stato maggiore il colonnello Thomas J. DuBose. L’argomento principale della discussione fu introdotto da Marcel e Cavitt e riguardava un esteso campo pieno di rottami nella Contea di Lincoln approssimativamente a 75 miglia a Nord Ovest di Roswell. Un discorso informativo preliminare fu fatto da Blanchard riguardo il secondo sito approssimativamente 40 miglia a nord della città. Alcuni pezzi dei rottami furono fatti passare attorno al tavolo. Era un materiale che non avevo mai visto prima in vita mia. Pezzi che sembravano fogli di metallo, carta sottile ma tuttavia molto forte e pezzi con insoliti segni lungo la loro lunghezza furono presi in mano da uomo a uomo e ognuno di loro diceva la sua opinione. Nessuno fu in grado di identificare i rottami del crash.
9) Uno dei punti principali discussi nella riunione fu se noi dovevamo rendere pubblica o no la scoperta. Il Generale Ramey propose un piano che io credo avesse già preparato con i suoi capi al Pentagono. Bisognava deviare l’attenzione dal più importante sito a nord della città dando invece importanza all’altra località. Troppi civili erano già coinvolti e la stampa era già stata informata . Io non fui completamente informato su come questo piano avrebbe dovuto essere realizzato.
10) Approssimativamente alle 9:30 di mattina il Colonnello Blanchard telefonò nel mio ufficio e mi dettò la notizia da inviare alla stampa che avevamo in nostro possesso un disco volante , trovato in un ranch a nord-ovest di Roswell , e che Marcel aveva inviato il materiali al quartier generale. Io mi recai a portare la notizia alle stazioni radio KGFL e KSWS, e ai giornali ”Daily Record” e “Morning Dispatch “.
11) Dal momento che le notizie avevano raggiunto le agenzie di informazione, il mio ufficio era inondato di telefonate da tutto il mondo. I messaggi si accatastavano sulla mia scrivania, e piuttosto che trattare con i mezzi di comunicazione Blanchard mi consigliò di andare a casa e “nascondermi”.
12) Prima di lasciare la base il Colonnello Blanchard mi portò personalmente nell’edificio 84, un hangar dei B-29 che situato sul lato ad est della pista. Avvicinandomi dapprima all’edificio, osservai che era sotto stretta sorveglianza sia fuori che dentro. Una volta dentro, mi fu permesso da una distanza sicura la prima osservazione dell’oggetto appena recuperato a nord della città. Era lungo approssimativamente dai 12 ai 15 piedi , alto circa 6 piedi a forma di uovo. C’era poca illuminazione ma la superficie appariva metallica. Non apparivano finestre, ali, sezione di coda oblò o carrello di atterraggio.
13) Anche da lontano potevo vedere un paio di corpi sotto una tela cerata. Soltanto le teste si allungavano oltre la tela e non ero capace di scorgere le fattezze. Le teste apparivano più grandi del normale e il contorno della tela suggeriva la misura di un bambino di 10 anni. Successivamente nell’ufficio di Blanchard egli estese il braccio circa 4 piedi dal pavimento per indicarne l’altezza.
14) Ero informato di un obitorio temporaneo allestito per ospitare i corpi recuperati.
15) Ero informato che i rottami non erano radioattivi.
16) Al suo ritorno da Fort Worth, il Maggiore Marcel mi descrisse agitato i pezzi dei rottami nell’ufficio del Generale Ramey e dopo ritornando dalla sala cartografica trovando i resti di un pallone meteorologico e un pallone radar sostituiti quando lui era fuori dalla stanza. Marcel era molto turbato per questa situazione. Non discutemmo più di ciò.
17) Mi fu consentito di fare un’ultima visita in uno dei siti del ritrovamento durante la bonifica dei militari. Ritornai alla base con diversi rottami e gli esposi nel mio ufficio.
18) Ero informato che due diverse squadre sarebbero ritornate in ciascun sito mesi più tardi per ricerche periodiche delle prove rimanenti.
19) Sono convinto che quello che io personalmente osservai era un tipo di aereo e il suo equipaggio provenienti da un altro spazio.
20) Non sono stato pagato ne mi è stato dato niente di valore per fare questa dichiarazione, ed è la verità per quel che mi ricordo.
Questa dichiarazione Deve rimanere sigillata e assicurata fino al momento della mia morte, in quel momento i miei familiari sopravvissuti decideranno la sua destinazione.
Firmato: Walter G. Haut
Firma testimone: Chris Xxxxxx
Data: 26 dicembre 2002
ESAME COMPARATIVO DELLE INTERVISTE E DICHIARAZIONI GIURATE
La dichiarazione giurata del 26 dicembre 2002 deve essere raffrontata con le informazioni che Haut offrì ai ricercatori e alla stampa dal lontano 1979 fino al momento in cui decise di modificare il suo ruolo nel caso Roswell con “l’affidavit” di cui sopra. Si nota in maniera inequivocabile tre distinti periodi “rivelatori” di Haut. Dal 1979 al 1996 le sue dichiarazioni sono coerenti nel senso che il contenuto delle risposte alle domande degli investigatori e dei giornalisti è sostanzialmente sempre lo stesso, privo di contraddizioni. Haut in sostanza afferma di aver redatto il famoso comunicato stampa obbedendo all’ordine dell’allora colonnello William Blanchard, comandante del 509° gruppo bombardieri di Roswell. L’allora tenente addetto alle pubbliche relazioni nega un suo coinvolgimento diretto nel recupero dell’oggetto, non aggiungendo nessun particolare rilevante alla storia. Afferma inoltre di credere che i rottami appartenessero ad un disco volante, in quanto la preparazione professionale di Blanchard e di Jesse Marcel lo inducevano a pensare che i due non potevano essersi sbagliati in maniera così grossolana, avendo le competenze necessarie per distinguere immediatamente i resti di un comune pallone meteorologico da materiale di origine sconosciuta. In seguito, nel 1997, diciotto anni dopo le prime dichiarazioni sul caso, Haut diventa improvvisamente scettico sull’intera vicenda, sostenendo almeno in due occasioni che l’evento in questione venne ingigantito a dismisura e che si sarebbe trattato di un banale pallone sonda. La storia si chiude con la dichiarazione giurata del 26 dicembre 2002, la quale oltre a contraddire alcune asserzioni precedenti, “svela” il totale coinvolgimento di Haut nella faccenda, diventando improvvisamente dopo la sua scomparsa uno dei più importanti personaggi in assoluto del crash del 1947.
COMMENTO FINALE
Potremmo dilettarci nel formulare le ipotesi più variegate per cercare di comprendere un simile cambiamento di ruolo da parte di Haut. Alcuni ricercatori scettici, per esempio Uli Thieme e forse anche Kal K. Korff, i quali escludono a priori l’ipotesi che a cadere nel deserto del New Mexico possa essere stata una nave spaziale aliena, lo considereranno probabilmente un ciarlatano come ha fatto del resto lo stesso Thieme con Glenn Dennis, James Ragsdale, Frank Kaufmann, Frankie Rowe. Sicuramente l’affidavit del 2002 spaccherà ancor di più la comunità ufologica. Ma quali motivazioni possono aver spinto l’ex tenente a rilasciare una dichiarazione così sbalorditiva?
Ipotesi 1 - Haut avrebbe affermato o lasciato scritto di non aver detto prima la verità per un giuramento fatto all’epoca al Generale Blanchard, il quale gli chiese di non rivelare a nessuno quanto successo.
Ipotesi 2 - Potrebbe trattarsi di un’operazione “commerciale” per far risalire un po’ le quotazioni del crash di un’astronave aliena. L’ipotesi extraterrestre negli ultimi anni è stata oggetto di critiche da parte di diversi ricercatori, i quali hanno scritto libri in proposito cercando di confutarla. Sono da menzionare Karl T. Plock, Uli Thieme, Kal K. Korff, Philip J. Klass, Robert G. Todd.
Ipotesi 3 - Haut ha detto la verità, ma la decisione di divulgare il documento solo dopo la sua morte poteva essere dovuta al rifiuto da parte sua di un confronto con l’opinione pubblica, con i ricercatori, con il mondo. Non ci sarebbe stata da parte sua la volontà di mettersi in discussione e diventare il personaggio ancora in vita più sconcertante dell’intero caso Roswell.Il mistero dietro al crash del luglio 1947 dopo la dichiarazione giurata di Walter Haut si infittisce ancor di più.
Fonti consultate
LIBRI:
Berlitz Charles e Moore William L.: Der Roswell Zwischenfall, Zsolnay Vienna, Amburgo 1980
Friedman Stanton T. e Berliner Don: Der Ufo-Absturz bei Corona, Kopp, 1995
Randle Kevin e Schmitt Donald: Der Ufo-Absturz bei Roswell, Kopp, Rottenburg 1996
Hesemann Michael: Jenseits von Roswell, Silberschnur, Neuwied 1996
V.Buttlar Johannes: Die Ausserirdischen von Roswell, Lübbe, Bergisch Gladbach, 1996
Thieme Uli: 50 Jahre 1947-1997 Roswell Ein Ufo Mythos stürzt ab, Schwäbisch Hall 1997
Bourdais Gildas: Il caso Roswell, Edizioni Mediterranee, 1997
Randle Kevin e Schmitt Donald: Die Wahrheit über den Ufo-Absturz bei Roswell, Kopp 1998
Shawcross Tim: I files segreti di Roswell, Sperling & Kupfer, Milano, 1998
Korff Kal K.: The Roswell Ufo Crash, Dell, 2000
Pflock, Karl T.: Inconvenient Facts and the Will to Believe, Prometheus Books, New York, 2001
Carey Thomas J. e Schmitt Donald R.: Witness to Roswell, New Page, 2007
INTERNET:
http://roswellproof.homestead.com/index.html
http://ufo.whipnet.org/roswell/index.html
http://www.roswellfiles.com/index.htm
http://www.ufologie.net/rw/witnesses.htm
http://redstarfilms.blogspot.com/2005/12/walter-haut-passes-away.html
2 commenti:
Da conoscitore degli ambienti militari, posso dire che il metodo di rivelazione di Hault èè molto credibile in quanto era l'unico possibile. È impensabile che un personaggio chiave violi il segreto militare in vita, l'unica soluzione è quella dell'affidavit.
Le sue dichiarazioni non sono nulla di ché, sapevamo già che a roswell palloni metereologici e manichini erano la copertura per la caduta di un UFO.
Corso invece ha dato informazioni molto ma molto più importanti.
Tanto è bene chiarire che per chi è scettico una dichiarazione non potrà mai fargli cambiare idea.
In sostanza la testimonianza di Haut sembra sincera, ma essendo postuma è ovvio che qualcuno sia assalito da sospetti, visto che nella vita tutto è possibile.
Ritengo che il libro del Colonello Corso e la testimonianza di Bob Lazar , siano le piu attendibili in mezzo a questo marasma di notizie .
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